Desidero soffermarmi sugli annunci dell’ultimo meseriguardanti numerosissime, imminenti acquisizioni, che mai una volta sono stati confermati. E mentre scrivo la parola ‘mai’ un brivido mi corre lungo la schiena, perché si sta sfiorando il paradosso.
Certo, in questo periodo dell’anno al River come altrove si ipotizzano molti più affari di quelli che poi vanno in porto, ed è bello anche sognare facendo nomi esotici, ma che poi neanche uno dei giocatori menzionati arrivi è assolutamente sconcertante. Ancor più quando una rifondazione è d’obbligo; obbligo anche morale, che sia un segnale di buona volontà al di là delle difficoltà economiche. D’obbligo ancor più quando la dirigenza decide di chiamare un nuovo tecnico, a cui si chiedono idee nuove e a cui conseguentemente è doveroso offrire i mezzi per realizzarle, dal quale non si può pretendere solo che un giorno più o meno lontano ci metta la faccia al posto dei veri responsabili. Povero Pipo…
Almeyda, Mercier, Guiñazú, Santana, Escuerdo, Spolli, Gallardo, Ortega, Fabbiani, Humberto Mendoza e Mosquera. Senza parlare di Davids e Lugano, fra gli altri, che si sapeva da principio che non sarebbero arrivati, almeno subito. Perché esaltarsi con tanti o grandi nomi? Perché farci credere di doverli considerare, di doverli accostare al River, di doverne parlare a ragion veduta? Non solo non serve, ma suona a metà fra la presa in giro ai tifosi e, siamo buoni, l’autoironia, caratteristica questa che se involontaria non si addice a dirigenti capaci.
Non è detto che ognuno di questi giocatori avrebbe fatto al caso del River, ma che si sia detto bene di loro al punto da cercarli per poi farne improvvisamente e serenamente a meno, sempre e solo per fattori monetari fintamente imprevedibili, induce a pensare che potessero rappresentare, per l’appunto, più un investimento economico rimpiazzabile al di là del nome che un investimento tecnico per la squadra. Ed è doveroso ricordare a chiunque della dirigenza dovesse imbattersi in queste mie righe come i tifosi, coloro per i quali e grazie ai quali il calcio esiste, abbiano chiarito che ovviamente dell’ammodernamento della struttura del Monumental, per rimanere in ambito imprenditoriale, poco gl’importi, se altrettanti investimenti non vengono fatti per la squadra. Quella che scende in campo e gioca a calcio, per intendersi. Poveri noi…
Resta il fatto che continueremo a riportare tutte le voci, ma almeno che da oggi ogni notizia che diamo a voi tifosi che amate il River sia soprattutto un nodo da fare al fazzoletto dell’attuale dirigenza. Nella speranza che questa si dimostri almeno chiara e rispettosa. Nell’attesa di tirare le somme. E magari di una notizia controcorrente: un miracolo dell’ultima ora.



