Tolta la sconfitta per 3-1 al Monumental nell’ultimo confronto, il River non perdeva con l’Independiente da 11 anni e 21 partite, un record incredibile considerando che il confronto è tra due delle grandi del calcio argentino, soprattutto se si pensa che l’ultima vittoria delRojoin casa sua risaliva al 1998.
Si poteva dunque immaginare che prima o poi un simile record sarebbe crollato, e questa era con tutta evidenza l’occasione giusta, contro un rivale carico per le ultime due vittorie e la possibilità di superare la capolista Godoy Cruz di cui aveva conosciuto in anticipo la sconfitta per 2-1 a Rosario, sponda Newell’s.
E puntuale è arrivata la sconfitta che ha impedito al River di celebrare degnamente la sua partita ufficiale numero tremila, la prima nel rinnovato stadio dell’Independiente.
A nulla è servita la netta, indiscutibile, supremazia assoluta degli ospiti nei confronti tra le due squadre, quella che gli argentini chiamanopaternidad, perché rende una squadra figlia dell’altra: una supremazia fatta di 68 vittorie dellabandacontro 48 sconfitte e 46 pareggi.
Vista l’indisponibilità di Almeyda, ilNegroAstrada ha presentato una formazione annunciata come un 4-3-1-2, con l’inserimento a sorpresa del paraguaiano Rojas comemezzala destra, con Ahumada al centro, Abelairas a sinistra e l’uruguagio Maurito Diaz dietro le punte al posto di Gallardo, deludente col San Lorenzo. Sul campo la formazione si è rivelata però essere un 3-4-1-2, dato l’arretramento di Juan Manuel Diaz sulla linea dei centrali e l’avanzamento di Ferrari sulla fascia destra. In attacco, Gustavo Canales e Rogelio Gabriel Funes Mori (al posto dell’ultimamente deludentepibeVillalva) completavano la formazione dellaBanda.
Si può dire senza tema di querela che nella sua gloriosa storia il River ha presentato undici di partenza più forti.
Eppure nel primo tempo il River ha tenuto testa fieramente all’Independiente degli indimenticatiexEduardo Tuzzio (in campo) eToloGallego (in panchina) con grinta, precisione, attenzione tattica, e anche una certa qualità tecnica, che ha portato i giocatori con labandarossaa sfiorare in più occasioni il gol, non riuscendovi sia per le parate di Gabbarini (su Abelairas, liberato da un’invenzione sontuosa di Rojas) che per l’imprecisione di Canales e Funes Mori (mobili e pungenti ma assolutamente deludenti nella fase di finalizzazione), ma anche per gli errori dell’arbitro e del secondo guardalinee che in più di un’occasione hanno effettuato delle chiamate dioffsideinesistenti.
Eppure, nell’unica opportunità che si è procurato nel primo tempo, ilDiabloè andato in vantaggio con ilchipiGandin, che si è inserito su un lancio verticale approfittando di un’indecisione tra Sanchez e Diaz nell’applicazione della tattica del fuorigioco, freddando Vega da distanza ravvicinata.
A questo punto la buona notizia è che dopo aver subito il gol il River non si è sciolto come neve al sole come aveva fatto quasi sempre nel recente passato.
La brutta notizia però è che questo invece è avvenuto dopo avere subito il secondo gol, anche in questo caso in una fase di gioco in cui erano i giocatori ospiti a esercitare una certa supremazia; un golmesso a segno dalCuquiSilvera, lasciato libero di raccogliere indisturbato e di depositare in rete un delizioso cross dalla destra all’indietro (il famoso “tiro della morte”), confezionato al termine di una percussione con cui Ignacio Piatti era penetrato nel lato destro della difesa del River come lama calda nel burro. Tempo un minuto e con una azione simile sulla destra Ferrari ha messo Abelairas in condizione di calciare a un metro dalla porta ma inspiegabilmente il laterale sinistro è incespicato goffamente sul pallone facendo sfumare la ghiotta occasione di riaprire una partita che lì è finita.
In questo momento triste, a due settimane dalsuperclasico(cui però anche l’eterno rivale giunge piuttosto malconcio), gli unici motivi di soddisfazione vengono dai giocatori della Casa che si stanno facendo onore oltremare: un gol delConejoSaviola col Benfica, e la solita grande prestazione delPipitaHiguain a Madrid. Ma non può certo bastare per accontentare una tifoseria appassionata ed esigente, che non può sopportare di essere fatta oggetto di cori di scherno dai rivali (ya lo ve / y ya lo ve / el que no salta / se va a la B: chi non salta retrocede in B; eya lo ve / y ya lo ve / sos igualito / a la Acadé” siete come l’Academia, scontato riferimento al Racing); una tifoseria che vorrebbe che i giocatori sentissero sempre il peso di quellacamisetae lottassero alla morte invece di mollare i pappafichi alla prima (ok, oggi alla seconda) difficoltà.
I numeri della partita:http://www.riverplate.com/Noticias/futbol-profesional/Torneos-Locales/Torneo-Clausura-2010/5473-sintesis-river-vs-independiente-clausura-2010.html
Il Gamecast:http://www.riverplate.com/Noticias/futbol-profesional/Torneos-Locales/Torneo-Clausura-2010/5470-independiente-river-clausura-2010-seguimiento.html