Il River non ha avuto per niente un pomeriggio facile a Rosario.
La temperatura sfiorava i 40 gradi e il gol di Caraglio dopo solo un quarto d’ora di gioco era il segnale che gli uomini di Gorosito non stavano facendo abbastanza. Per tutta la prima ora, infatti, la Banda ha ricordato quella dell’ultimo semestre, è apparsa contratta e non ha trovato il modo di arginare le folate offensive dei padroni di casa, che avrebbero potuto raddoppiare in diverse circostanze. Durante i primi 45 minuti infatti le occasioni sono state praticamente solo di marca canalla con due iniziative di Caraglio e altrettante di Franzoia, unica eccezione un forte tiro dalla distanza di Abelairas.
Ma proprio a questo punto è entrato Fabbiani, e un’altra volta la storia è cambiata, come se avesse portato nuova chimica. Subito Abelairas ha ritrovato il bandolo della matassa e ha messo al centro la prima palla precisa dal fischio d’inizio, su cui si è avventato di testa Galmarini per il pareggio. Ma il colpaccio doveva avvenire da lì a cinque minuti, quando l’Ogro, proprio lui,ha inventato un tiraccio da fuori area su cui il portiere non ha potuto assolutamente nulla. E il silenzio è calato sul Gigante di Arroyito, improvvisamente troppo piccolo per la gioia dell’ex Newell’s, col pubblico locale che ha perso l’ironia con cui l’aveva accolto, complimentandosi per avere abbandonato gli odiati rivali.
Da quel momento in poi gli uomini di Alfaro hanno letteralmente inseguito Fabbiani per tutto il campo a discapito del gioco. Contemporaneamente, gli uomini di Gorosito hanno iniziato a giocare meglio, tutti: in attacco Falcao si è mosso di più, Galmarini pure, Ahumada si è fatto più incisivo e Ferrari e Villagra hanno bloccato le fasce come mai avevano fatto prima. Con l’Ogro che si buttava su ogni palla portandosi via gli avversari, Falcao e Rios hanno goduto di maggiore libertà e tra le fila del Central si è iniziato a capire poco, scenario questo che non sembrava possibile fino a qualche decina di minuti prima dato che per tutta la parte iniziale i gialloblù avevano comandato il gioco. Nella fase conclusiva della partita c’è stata un’altra occasione a testa: prima il solito Caraglio stava per pareggiare con un bolide sul secondo palo scagliato da lontano, poi Falcao si è letteralmente mangiato il gol della sicurezza quando una sua incornata ha invece esaltato Braun.
Con questo successo, certamente agevolato se non addirittura scaturito dall’effetto-Fabbiani, il River riesce nuovamente a mettere insieme due vittorie consecutive, cosa che non si verificava dallo scorso Clausura, quando batté in fila Olimpo e Banfield. Certo, per oltre un’ora ha fatto poco o niente, ma è pur vero che una reazione, e che reazione, c’è stata, e che mentre ieri sera è tornato a casa coi tre punti, qualche mese fa avrebbe facilmente rimediato una pesante sconfitta. Se conseguirà continuità e saprà mantenere più a lungo possesso palla e iniziativa, se ispirato dall’Ogro lotterà su ogni pallone come sta dimostrando di poter fare, il River tornerà a essere quello che è.



