Non sono certo risultati immediati che si chiedono ad Angel Cappa. Soprattutto constatato che con lui esattamente com’era stato con Astrada e precedentemente con Gorosito le cose, molto semplicemente, rimanendo gli uomini che ci sono non possono cambiare.
Fa specie che l’esperienza di giocatori come Almeyda e Ortega non riesca a combinarsi con la presunta efficacia dei ragazzi che il River ha sempre lanciato nel calcio che conta e che oggi si chiamano Villalva, Affranchino, Mauro Diaz. Potrebbe stupire anche il fatto che la linea difensiva non riesca a giovarsi se non altro dell’esperienza (penso a Ferrari, Ferrero e anche a Villagra, che Cappa ha rilanciato), ma tant’è. Al pari di altre illustri squadre sparse per il mondo che in questo periodo stanno tradendo la propria tradizione e la regolarità dei risultati che hanno paraticamente sempre ottenuto, il River continua ad annaspare e viene da pensare che lungi dall’essere vittima di un maleficio lo farà fino a quando certi nomi non cambieranno: di rivitalizzare chi c’è, senza togliere i meriti passati o le belle speranze, sembra non esserci infatti modo. Un’altra Juventus, un altro Celtic, un altro Boca… ecco cos’è il River di oggi. Peccato che sia anche quello di ieri e dell’altro ieri, considerando che stanno per compiersi due anni dall’ultimo trofeo conquistato, vale a dire il campionato targato Buonanotte.
Forse solo l’Enano merita di essere considerato a parte, reduce com’è da un terribile incidente che lo ha tenuto lontano dalla prima squadra fino a settimana scorsa, proveniente ancor prima da un paio di campagne deludenti ma anche l’unica arma destabilizzante che la Banda ancora detiene. E intorno alla quale potrebbe rifondarsi, sempre che non si frapponga la classica cessione a un Club europeo.
Venendo a ieri sera, innanzitutto alcune annotazioni sulla formazione presentata a Quilmes: in porta ancora Ojeda, a sinistra sempre Villalva con Quiroga in mezzo a far coppia con Ferrero e a centrocampo confermati Affranchino e Pereyra, quest’ultimo sostituito da Buonanotte solo a metà del secondo tempo. Davanti, indisponibili Gallardo e Canales, spazio a Ortega e Villalva, supportati da Mauro Diaz.
Il piglio sembrava esserci, ma c’è il sospetto che l’Estudiantes, con l’esperienza che si addice ai campioni del Sud America, abbia solo lasciato sfogare la Banda. Sì, perché dopo lo sciagurato e decisivo autogl di Quiroga gli uomini di Cappa, che in campo sono andati dietro a un Ortega nervosissimo e inconcludente, non hanno poi reagito e così il Pincha senza troppo faticare ha portato a casa i tre punti che valgono il primato in classifica con tanto di complimenti per la solidità che avrebbe dimostrato.
Fatto sta che gli avversari hanno tenuto in difesa, hanno controllato senza dannarsi il centrocampo e le poche volte in cui si sono presentati in area hanno davvero fatto quel che volevano: spiccano una spettacolare quanto agevole rovesciata dell’ex Gaston Fernandez frustrata solo dal fuorigioco, fermo restando che i suoi marcatori lo stavano controllando da un paio di metri di distanza, e la conclusione allo scadere di Veron, di poco fuori. Da parte River, invece, il finale infuocato è dipeso esclusivamente dalle espulsioni in rapidissima sucessione di Villalva e Cabral, quest’ultimo entrato al posto di Ferrero a inizio ripresa.
Cosa dire? Un pretesto per forzare nuovi esperimenti di Cappa.
Per i numeri della partita vi rimando a http://www.riverplate.com/Noticias/futbol-profesional/Torneos-Locales/Torneo-Clausura-2010/5899-seguimiento-vivo-estudiantes-river-clausura-2010.html
