La sudatissima vittoria sul San Martìn vale oro per il River discontinuo di questo inizio stagione. Complice l’alternanza di risultati delle altre contendenti, il Clausura rimane alla portata della Banda e se alla continuità casalinga si accompagneranno risultati altrettanto buoni in trasferta, il passaggio dall’inferno dell’ultimo posto nell’Apertura al paradiso della riconquista del Clausura sarà un’ipotesi più che concreta.
Ma sono tante le considerazioni da fare sulla partita di domenica, tutte importanti per la valutazione generale della stagione: se si guarda al primo tempo c’è da preoccuparsi, se si considera la ripresa si può sognare.
Un’altra volta si è incassato un gol dopo pochi secondi e per gran parte dell’incontro ogni attacco avversario ha rischiato di far male. Barbosa sta alternando ottimi interventi a momenti in cui sembra perso, anche se ancora prevalgono i primi e non rimangono comunque alternative valide né stando alle ultime scelte di Gorosito né tanto meno a detta dei tifosi. Ma nemmeno davanti alla porta sembra essersi trovata la formula giusta, e infatti Cabral e Quiroga sono stati talmente lenti che solo l’indecisione di Canìo e Saavedra hanno evitato al River il tracollo contro una squadra che non ha mai vinto al Monumental.
Per fortuna non è mancato lo spirito, però. E così nella ripresa, con l’entrata in campo di Gallardo e del ‘tortuga’ Fernandez, rispettivamente per Abelairas e Rosales, le cose sono cambiate. Al Muñeco, ancora una volta, sono bastati pochi minuti, per l’esattezza quattro, per mettere il proprio genio a disposizione della rabbia ‘millonaria’ e consentire al redivivoCabral di approfittare al meglio di un suo cross, per il pareggio. Effettivamente il gioco nel secondo tempo è stato decisamente migliore e anche prima delle sostituzioni i giocatori sembravano volersi scrollare di dosso l’apatia dei primi quarantacinque minuti: al rientro in campo Pezzotta non aveva giudicato da rigore un intervento molto dubbio della difesa tucumana e da qual momento in poi Falcao e Augusto avevano iniziato a correre il doppio, supportati in particolar modo da Ahumada, leggermente avanzato. Con l’ingresso di Gallardo, poi, Buonanotte si è riposizionato sulla sinistra, risultando molto più efficace di prima e anche più utile di Abelairas.
Dopo il pareggio, finalmente in campo è sembrato esserci soltanto il River, ma pareva che nessuno sforzo fosse destinato a concretizzarsi. Prima un tiro del Tortuga, poi una punizione e un altro tiro di Gallardo, ma niente. Questo fino al terzo minuto di recupero, quando Pezzotta non ha potuto negare il rigore per un fallo chiarissimo di Noce su Buonanotte all’altezza dell’area piccola, quando l’Enano era sul punto di tirare in porta. Ed è qui che si è scritto un altro capitolo fondamentale della storia di questo campionato ‘millonario’, perché Falcao ha chiesto a Gallardo di poter tirare e fra i due c’è stata perfetta intesa: in un Monumental immobile e silenzioso, trepidante, serviva tanta naturalezza dei due possibili protagonisti del finale nel prendere la giusta decisione. Fatto sta che il colombiano, la cui ispirazione Gallardo ha immediatamente riconosciuto e onorato, ha fulminato Gutierrez e tutto il popolo della Banda ha potuto liberare l’urlo che, anche in mancanza di un gioco regolare, testimonia che il sentimento è infinito e in tempi delicati può servire.



