Astrada è stato chiaro: “Non possiamo regalare 45 minuti.”
Sì, perché il primo tempo di Rosario, sabato, il River l’ha letteralmente gettato al vento, incapace di creare una sola occasione fino ai minuti di recupero senza contare che ha pure permesso al Newell’s di segnare alla prima opportunità. E in generale, con l’urgenza di punti che c’è, se anche gli avversari non trovassero il gol è pur vero che non riuscire a farne non può portare che a un pareggio nella migliore delle ipotesi (oltretutto da scartarsi con la difesa ballerina che ha la Banda).
“Me ne vado affranto,” aveva dichiarato il DT, “perché non possiamo regalare 45 minuti come abbiamo fatto oggi, non siamo nelle condizioni di farlo.” Già, non ce lo si può permettere per svariati motivi. Se la terribile classifica dell’Apertura e lo spettro di finire ancora una volta ultimi sono sufficienti a togliere il sonno a squadra, tifosi e (forse) Dirigenza, la mancata qualificazione alla Libertadores 2010 rappresenterebbe un’autentica tragedia sportiva. Al momento, però, bisogna farsi una ragione delle minime speranze che ha il River di disputare la Coppa, perché per riuscirci, calcolatrice alla mano, dovrebbe trovare la forza di rialzarsi improvvisamente proprio adesso, dopo 16 mesi di nulla, e conquistare addirittura 13 dei rimanenti 18 punti ancora a disposizione.
“Ogni volta ce ne allontaniamo di più,” ha proseguito Astrada con riferimento proprio alla Libertadores, “perché non riusciamo a conquistare i punti necessari. Non siamo capaci di mantenere un buon livello di gioco per tutti i 90 minuti ed è questo che mi preoccupa maggiormente. Se ce la facessimo, avremmo maggiori possibilità di vincere le partite. E’ questa la chiave.” Lapalissiano…
