Questo River è ben poca cosa.
E poca importanza ha la cronaca della partita rispetto alla constatazione che ci sono gli stessi uomini dell’ultimo campionato, nello stesso stato di forma ma con in più lo stress di una serie di voci mai confermate sulle modifiche che si sarebbero potute (e dovute) apportare di cui però non c’è ombra, con l’unica vera novità rappresentata dall’arrivo di un DT frustrato fin dall’inizio in ogni tentativo di dare una diversa consistenza a questo gruppo e sulle cui spalle rischiano di ricadere per l’ennesima volta le colpe di una dirigenza inqualificabile, incapace di comportarsi se non altro coerentemente, per quello che il Club è adesso, col rischio di portarlo al tracollo appellandosi solo al nome e alla storia, che per giunta si devono ad altri. Poca cosa, appunto, in campo e negli uffici. Molto di più, tantissimo, solo sugli spalti.
E allora liquidiamo questa cronaca, col vantaggio firmato Cabral e l’espulsione di Battaglia che avrebbe dovuto lanciare la Banda ma invece non si è saputa capitalizzare: Buonanotte inesistente, né Augusto né tanto meno Abelairas in grado di sostituirglisi nella creazione del gioco e conseguentemente Falcao isolato là davanti. Fino alla doppietta di Datolo, un gol allo scadere del primo tempo e il raddoppio su rigore quando Gorosito non sapendo che pesci pigliare ha mandato in campo la Tortuga Fernandez e Flores nella speranza che ci mettessero anche l’entusiasmo di cui era privo il River ma, togliendo contemporaneamente Villagra, ha indotto Ischia a inserire Noir e offerto proprio a quest’ultimo lo spazio necessario a raggiungere l’area, dove ha subito il fallo decisivo.
Non si può rimproverare a Pipo l’incapacità di leggere la partita, con quello che ha a disposizione, ma è giusto ricordare che si troverà spesso di fronte squadre più solide, che se non hanno cambiato è solo perché già andavano bene, mentre il River rischia di rimanere l’unica a non modificarsi pur venendo dalla peggiore campagna di sempre… E se il nome di Gorosito lecitamente richiama la grande storia del River, in questo momento suo malgrado sottolinea anche che di quella gloria non c’è più traccia.
Di storico rimangono solo la fede e la pazienza infinite di tutti noi, che ci ostiniamo a non rinunciare all’eccellenza.
River Plate (4-4-2): Mario Daniel Vega; Paulo Ferrari (capitano), Gustavo Cabral, Nicolás Sánchez e Cristian Villagra; Augusto Fernández, Facundo Quiroga, Matías Abelairas e Diego Buonanotte; Mauro Rosales e Radamel Falcao García. DT: Néstor Gorosito.
A disposizone: Juan Marcelo Ojeda, Danilo Gerlo, Martín Galmarini, Rodrigo Archubi e Santiago Salcedo
Boca Juniors (4-3-1-2): Josué Ayala; Facundo Roncaglia, Julio César Cáceres, Juan Forlin e Claudio Morel Rodríguez (capitano); Fabián Vargas, Sebastián Battaglia e Jesús Dátolo; Leandro Gracián; Pablo Mouche e Lucas Viatri. DT: Carlos Ischia.
A disposizione: Sebastián D’Angelo, Ezequiel Muñoz, Juan Krupoviesa, Osvaldo Nicolás Gaitán e Damián Díaz.
Gol: al 33’ PT Gustavo Cabral (RP), al 40’ PT Jesús Dátolo (BJ) e al 37’ ST Jesús Dátolo (rigore, BJ).
Sostituzioni: ST, al rientro in campo Cristian Chávez per Leandro Gracián (BJ), al 16’ Ricardo Noir per Pablo Mouche (BJ) e Gustavo Fernández per Diego Buonanotte (RP), al 23’ Robert Flores per Mauro Rosales e al 33’ Santiago Salcedo per Cristian Villagra (RP).
Ammonizioni: PT, all’ 8’ Jesús Dátolo (BJ) e al 38’ Diego Buonanotte (RP). ST, al 2’ Fabián Vargas (BJ), al 6’ Juan Forlin (BJ), al 12’ Facundo Quiroga (RP), al 21’ Paulo Ferrari (RP), al 28’ Augusto Fernández (RP), al 36’ Gustavo Cabral (RP) a al 36’ Matías Abelairas (RP).
Espulsioni: PT, al 31’ Sebastián Battaglia per gioco pericoloso (BJ). ST, al 43’ Paulo Ferrari per doppia ammonizione (RP).
Stadio: José María Minella di Mar del Plata.
Spetattori: 33.000.
Arbitro: Héctor Baldassi.
Assistenti: Hernán Maidana e Francisco Rocchio.