A conclusione dell’allenamento di lunedì, Fabbiani ha parlato di questo semestre, che rispetto alle proprie prestazioni ha definito da incubo, anche se è il primo a sapere che con una buona preparazione potrà dimostrare quanto vale già nel prossimo.

Si sa, l’Ogro è a pezzi in tutti i sensi: fisicamente non c’è e la cosa lo distrugge perché alla maglia del River tiene come pochi e in un periodo in cui altri giocatori deludono e sembrano essere anche distaccati almeno l’attaccamento gli va riconosciuto come fattore positivo.

La vicenda del suo trasferimento al River, durata più di un mese, aveva avuto un felice quanto clamoroso esito quando il giocatore sembrava ormai destinato a firmare per il Velez e ha potuto invece coronare il sogno di una vita: vestire la maglia della Banda. Nonostante fosse decisamente in sovrappeso, poi, anche il suo esordio era stato da favola, con un gol nella sua prima partita, e niente meno che quello della vittoria in rimonta sul campo dei suoi ex rivali cittadini del Rosario Central. Anche in Copa Libertadores, va ricordato, aveva iniziato col botto, con un contestato ma ugualmente magico assist per il gol nel recupero che aveva dato al River la vittoria nella prima uscita internazionale.

Generoso coi propri idoli e animato da un entusiasmo unico, il popolo riverplatense l’aveva subito portato sugli scudi e ovunque ci fosse il River apparivano le macchie verdi formate da tutte le maschere di Shrek indossate in onore di questo eroe romantico da centinaia se non migliaia di tifosi.

Ma di questa storia si dovevano ancora scrivere numerose pagine amare, quelle che parlano del suo ritiro solitario alla ricerca della forma perduta e poi di una serie infinita di partite in cui la frustrazione cresceva man mano che i suoi tocchi di classe si perdevano sempre più fra le pieghe di un corpo quasi irrimediabilmente pesante. Apice dell’amarezza per Fabbiani e tutti i tifosi, forse, il giorno del Superclasico, che lui sognava di giocare e poter risolvere ma in cui finì per essere addirittura sostituito.

L’attaccante, che sarà titolare sabato contro il Tigre, conviene con questa analisi, avendo l’altro giorno ricordato che “tutto era iniziato molto bene, ma poi le cose sono precipitate e al momento il bilancio che faccio è negativo perché non abbiamo potuto vincere né la Coppa né tanto meno il campionato”. Si nota quanto stia soffrendo per questa situazione perché ha aggiunto: “Questi per me sono stati i peggiori sei mesi della mia vita”. Anche per questo ha assicurato che non avendo potuto rendere come voleva si massacrerà di lavoro per tornare quello di un tempo nel prossimo semestre: “Sono anni che non riesco a fare un precampionato come si deve, non ho mai avuto una forma così scarsa e per di più mi è toccato essere in questo stato proprio al River, cosa che mi amareggia ancor di più”.