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(por/di Andrea Ciprandi) Ramon Diaz ha già lasciato il segno. Schierando nella sua prima e finora unica uscita una squadra che girasse attorno alla figura del suggeritore, quel che era mancato al River per la gran parte dell’Inicial, ha propiziato la vittoria necessaria all’ambiente ‘millonario’ per affrontare le vacanze e la preparazione al prossimo torneo con spirito rinfrancato. Contemporaneamente, però, ha anche dato un segnale inequivocabile circa il taglio che vuole dare alla squadra che verrà.

Contro il San Martin de San Juan, a giocare dietro le punte è toccato a Lanzini che è l’unico vero trequartista con un minimo di esperienza su cui oggi può contare la Banda. Ma domani chissà. Il giovanissimo ‘10′ rientra di certo nei piani del nuovo tecnico, ma l’importanza del ruolo è tale (e la pressione dei tifosi altrettanto) che i nomi che più stanno circolando a Nuñez come possibili rinforzi per il Final 2013 sono innanzitutto quelli, per l’appunto, di altri suggeritori.

Il candidato numero uno, stando al desiderio dei tifosi ma anche del corpo tecnico finanze permettendo, è l’ex Andres D’Alessandro. Il Cabezon, attualmente in forza all’Internacional di Porto Alegre e da sempre propenso a un ritorno a casa, costa però parecchio e per di più il neo allenatore ‘colorado’ Dunga ha già chiarito di volerlo trattenere.

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Contemporaneamente si sta sondando per Diego Morales, l’ex Tigre che mal si è adattato all’Arabia Saudita e sogna di rimpatriare ma ha però altri due anni e mezzo di contratto con l’Al-Ahli. Con lui, sul taccuino del Pelado figura anche Mauro Formica, ex Newell’s che piaceva pure ad Almeyda e a cui il Blackburn Rovers e la seconda serie inglese stanno proprio stretti. Nelle ultime ore quindi si è tornati a parlare anche di Pablo Aimar, che se da un lato sta giocando poco in Portogallo dall’altro non lo fa per via degli infortuni sempre più frequenti e ha già 33 anni: il suo rientro suonerebbe quindi più come il tributo a un indiscusso beniamino che l’inizio di un nuovo progetto a lungo termine (che invece è necessario).

Le intenzioni di Diaz sono di costituire il più della rosa per il prossimo semestre già per i primi di gennaio, e se è vero che col suo arrivo si è tornati a pensare a un River in grande è altrettanto vero che alle parole debbano seguire i fatti – a differenza di quanto accaduto gli scorsi anni.

Gli introiti necessari ad assicurarsi la figura di riferimento del prossimo futuro possono venire dalle cessioni di alcuni pezzi forti provenienti da reparti affollati. Rogelio Funes Mori e Cirigliano potrebbero prendere la via dell’Italia o più in generale dell’Europa, e la portata economica della loro eventuale vendita non ha confronti con quella di nessun altro. Alle loro cessioni potrebbe aggiungersi quella di Carlos Sanchez, richiesto in Inghilterra, ma quando si fanno i conti è bene farli anche dal punto di vista tecnico perché si è visto che incassare senza reinvestire (tecnicamente, appunto) non solo non serve ma anzi è un vero autogol ovvero una manovra in grado di rendere piccolo un club grande. Allo stesso modo, non è consigliabile fare follie per assicurarsi un’unica stella.

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Lo smantellamento, quindi, non è auspicabile; ma si può star tranquilli, perché non è a questo che mira Ramon Diaz. Quel che vuole è riportare il River dove gli compete, iniziando dalla scelta di diversi e indispensabili uomini giusti – così anche da un ruolo che al River è indispensabile quanto la presenza di campioni e finalmente tornerà a vivere. Per questo tutti, in questi giorni, sognano un mercato ‘da dieci’ in tutti i sensi.

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