Proprio in questi giorni ricorre il quarto anniversario della morte di Enrique Omar Sivori, scomparso il 17 febbraio 2005 a San Nicolas de los Arroyos, sua città natale.
Sivori è stato uno dei giocatori di maggior talento usciti dal vivaio del River Plate e uno dei migliori al mondo in assoluto. Nato il 2 ottobre 1935, fin da piccolo venne soprannominato Chiquìn perché passava tutto il tempo a correre dietro a una palla all’aria aperta. Durante la sua carriera, invece, si guadagnò i nomignoli di Cabezòn, per la sua folta capigliatura, e di Gran Zurdo, per quanto era micidiale il suo sinistro.
Arrivò al River Plate per l’interessamento di Renato Cesarini e debuttò in prima squadra nel 1954, a soli 17 anni, contro il Lanus, quando entrò in campo niente meno che al posto di Angel Labruna e subito si tolse lo sfizio di segnare il quinto gol di quella vittoriosa partita. Il suo talento sarebbe stato consacrato nei campionati vinti di seguito nel 1955 e 1956, quando finì per formare un fantastico quintetto con Santiago Vernazza, Eliseo Prado, Walter Gomez e Felix Loustau.
Interprete inimitabile del dribbling ed esecutore di tunnel a ripetizione al limite dell’impertinenza, la sua prestazione più famosa rimane quella nella Bombonera insieme al suo amico e compagno di reparto Roberto ‘Beto’ Menendez. Quel giorno, il River batté il Boca nella sua tana per 1-0 grazie a ungol di Prado, con Sivori che finì per stancarsi letteralmente di fare tutto quel che voleva in mezzo ai difensori avversari. Sempre protagonista, alla Bandalegò il proprio nomeanche in occasione del campionato vinto nel 1957.
Anche il suo trasferimento alla Juventus entrò nella storia. Valse più di 10 milioni di pesos di allora e grazie a quei soldi il River poté chiudere il Monumental, che fino a quel momento aveva la forma di un ferro di cavallo, con la costruzione della curva che dà sul Rio de la Plata: si tratta dell’ormai ex Almirante Brown, dato che dopo la sua scomparsa è stata intitolata a lui. Anche coi bianconeri vinse 3 campionati, oltre ad altrettante Coppe Italia; una volta fu capocannoniere e venne insignito di un Pallone d’Oro. Divenne un autentico idolo e lasciò un’impronta anche nel costume grazie alle calze portate abbassate sulle caviglia e la maglia numero 10 spesso fuori dai pantaloncini. Successivamente giocò per il Napoli, che riuscì a portare addirittura a un successo in Coppa delle Alpi e a un secondo posto in campionato. Grazie alla doppia nazionalità poté disputare con l’Italia i Mondiali del 1962 in Cile mentre con quella argentina aveva precedentemente ottenuto un primo e un terzo posto in Copa America e con Angelillo e Maschio formato il trio dei cosiddetti ‘angeli dalla faccia sporca’. Un infortunio al ginocchio destro, patito nel 1967 durante una tournee del Napoli in Colombia, pose fine alla sua carriera un anno più tardi.
Nonostante abbia trascorso gran parte della carriera in Italia, verrà sempre ricordato come un fedele e affezionato rappresentante dello stile riverplatense, che fece conoscere ovunque.
Le statistiche di Sivori al River Plate:
Campionati disputati: 4 (1954, 1955, 1956 e 1957)
Campionati vinti: 3 (1955, 1956 e 1957)
Partite giocate: 62
Gol: 29



