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La bocca della verità

gorosito e falcao parlano della crisi di gioco del riverplate

aciprandi

Gorosito ha accusato il colpo della sconfitta di Mar del Plata.

Ha ammesso che il gioco è povero qualitativamente e quantitativamente e ha voluto individuare nella prima partita di campionato l’obiettivo della preparazione, l’appuntamento in vista del quale animarsi della fiducia che se le cose non cambiano nemmeno lui sembra però sapere da cosa potrebbe mai dipendere.

“Arriva un momento in cui le parole non servono più a niente e a contare è solo quel che si fa sul campo”. Ma in base a quello che si è visto finora, viene da chiedersi addirittura se abbia fatto bene ad accettare l’incarico… Stando alle sue stesse parole, infatti “si sono impegnati tutti al massimo, hanno corso, hanno lottato su ogni palla, quindi nessuno è da riprendere in quanto a volontà, ma non siamo stati in grado di creare gioco e questo sì che è un problema”.

Il DT non ha nemmeno nascosto la gravità di questa particolare sconfitta perché “contro il Boca non ci sono partite amichevoli o ufficiali, bisogna vincere sempre e invece abbiamo perso”. Con un successo avrebbe potuto ottenere enorme credito e creare entusiasmo nell’ambiente, e ora che si è verificato il contrario, anche per via di alcune decisioni prese durante il gioco, ha detto di non poter comunque “fare marcia indietro e quel è stato è stato”.

Si è mostrato possibilista solo riguardo l’evidente mancanza di una guida in mezzo al campo, specificando però che non si devono attribuire tutte le responsabilità a Dieguito (Buonanotte) perché soprattutto in questo momento tutti si devono fare carico della ripresa della squadra.

Ancora più chiaramente si è espresso però Falcao, che senza tanti giri di parole ha chiesto rinforzi, facendo anche dei nomi, in particolare quelli di D’Alessandro e Gallardo, e non è da escludersi che ci saranno ripercussioni per queste dichiarazioni rilasciate a caldo.

E’ indubbio, però, che la mancanza di idee ha impedito al colombiano di fare quel che deve, cioè finalizzare, rendendo vano ogni suo tentativo di animare il gioco. Bisogna rendergli anche atto di essere tornato a centrocampo più che ha potuto, benché senza mai trovare intesa con alcun compagno: Buonanotte un fantasma, Abelairas a sostenere Quiroga, Augusto costantemente in lotta con Morel Rodriguez e Rosales sempre lontano dall’area. Nemmeno lo schema l’ha aiutato, in verità: in fin dei conti il River ha dato vita a un 4-1-4-1 che l’ha di fatto isolato.

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E adesso, proprio l’unico che dice quello che tutti a parte la dirigenza pensano resterà solo anche fuori dal campo? Duole dirlo, ma in questo River tutto può essere…

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