Ebbene sì!
Lunghissimi mesi erano passati da quando l’Ogro, all’esordio, regalò alla Banda il successo sul campo del Central, successo che fino a ieri sera era rimasto l’ultimo in trasferta. E benché si trattasse solo di settimane, parecchie ne erano poi passate dal fantastico gol al Chacarita con cui Ortega aveva assicurato alla squadra allora guidata da Gorosito l’ultima vittoria in assoluto. Ieri sera, in una volta sola, il River è tornato a trionfare, e lo ha fatto lontano dal Monumental.
Tanto entusiasmo per tre punti può apparire triste. Sarà, ma innanzitutto è sintomo di un malessere che sta passando e siccome della grandezza fa parte anche un sano realismo è giusto accogliere questa affermazione con tutta la gioia del caso, anche se un tempo erano le sconfitte ad avvenire a distanza di mesi…
Fatto sta che, come contro il Boca, la squadra ha giocato un gran primo tempo durante il quale è passata in vantaggio e ha creato numerose occasioni per raddoppiare, pur senza coglierle. Sul fatto che questo sia confortante o preoccupante si può discutere, ma di certo fino a poco fa non arrivavano nemmeno le occasioni…
Nel corso della prima frazione (con la squadra schierata a tre dietro e con Fabbiani, preferito a Mauro Diaz, unica punta davanti alla coppia Buonanotte-Ortega) a parte il gol dell’Enano giunto al termine di una combinazione col Burrito, lo stesso Buonanotte si è visto parare un tiro dal limite dell’area, Ortega ha sprecato un gran passaggio filtrante del redivivo Barrado e un’altra occasione subito dopo e per finire Ferrari ha colpito un palo.
E’ vero,nel secondo tempo il River è tornato a mollare e se non fosse per il 2-0 segnato da Rosales il gol dei padroni di casa a una manciata di minuti dalla fine avrebbe fatto male e frustrato un gruppo che ce la sta mettendo tutta. Ma evidentemente era così che doveva andare. Sì, perché il rischio corso deve aver dato a tutti una scarica di adrenalina tale da dargli la forza necessaria a non rallentare mai, d’ora in poi, a non concedere agli avversari lo spazio spesso immeritato di cui hanno goduto a tratti nelle ultime settimane. Se si vuol provare a fermare il River, d’ora in poi, che si sudi…
Argentinos Juniors (3-4-2-1): Sebastián Torrico; Ignacio Canuto, Matías Caruzzo e Andrés Scotti; Gonzalo Prósperi, Juan Mercier, Néstor Ortigoza e Federico Domínguez; Santiago Raymonda; Víctor Ismael Sosa e Gabriel Hauche. DT: Claudio Borghi.
A disposizione, non utilizzati: Nicolás Peric, Juan Sabia, Julián Fernández e Nicolás Gianni.
River Plate (3-4-1-2): Mario Daniel Vega; Gustavo Cabral, Matías Almeyda e Nicolás Sánchez; Paulo Ferrari, Diego Barrado, Nicolás Domingo e Matías Abelairas; Ariel Ortega e Diego Buonanotte; Cristian G. Fabbiani. DT: Leonardo Astrada.
A disposizione, non utilizzati: Nicolás Navarro, Maximiliano Coronel, Lucas Orban e Gustavo Bou.
Gol: PT, al 29′ Diego Buonanotte (RP); ST, al 34′ Mauro Rosales (RP) e al 44′ Néstor E. Ortigoza (AJ).
Cambi: PT, al 24′ Mauro A. Díaz per Cristian G. Fabbiani (RP); ST, al rientro in campo Facundo G. Coria per Gonzalo Prósperi (AJ), al 17′ ST Gustavo Oberman per Santiago Raymonda (AJ), al 25′ Mauro Rosales per Diego Buonanotte (RP), al 30′ Mauro Bogado per Ignacio Canuto (AJ), al 35′ Martín S. Galmarini per Ariel A. Ortega (RP).
Ammoniti: PT, al 33′ Juan I. Mercier (AJ), al 45′ Paulo A. Ferrari (RP); ST, al 13′ Diego A. Barrado (RP), al 21′ Nicolás Sánchez (RP) e al 42′ ST Gabriel Hauche (AJ).
Stadio: Diego Armando Maradona.
Arbitro: Federico Beligoy.
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