Sembra non esserci pace per il River e c’è da scommettere che la squadra ne patirà sempre di più, con i risultati che rischiano improvvisamente di passare in secondo piano in uno scenario dai confini molto incerti.
Domenica sera nella Sivori Alta, l’anello superiore della curva dei tifosi del River, sono stati esposti sette striscioni riferiti alla pochezza di questa squadra, della maggior parte dei suoi giocatori, ma anche all’andamento degli ultimi anni, costellati di fallimenti atroci dentro e fuori dall’Argentina, molto più significativi delle poche vittorie che comunque sono arrivate sotto la guida di troppi allenatori. Stando ad alcune testate nazionali, però, ce ne sarebbe stato un ottavo, contro l’attuale dirigenza, definita la peggiore di sempre. La verità è che nessuno l’ha mai esposto ma è anche chiaro che di questo passo, con una nuova polemica dalle radici tutte da scoprire e che monta sempre più,essendo le elezioni di dicembre ancora lontane ci aspetta un altro semestre da brividi.
Fortissima è stata comunque l’eco dei chiari messaggi realmente inviati dal popolo riverplatense, lucido come sempre nel fotografare la realtà oltre che titolare del sacrosanto diritto di pretendere rispetto per la maglia in cui s’identifica.
Gorosito per primo, nella conferenza stampa che ha fatto seguito al pareggio con il Lanus, ha dovuto affrontare l’argomento, ma ha saputo evitarlo con la consueta diplomazia chiedendo ai giornalisti di parlare di calcio. D’altra parte non è a un DT conscio per primo delle pecche di una squadra che non voleva fosse fatta così che spetta di chiarire un fallimento che ha radici ben più profonde dell’inconsistenza dei suoi giocatori e di cui, semmai bisognerebbe chiedere di render conto alla dirigenza. Pipo ha definito giusto il risultato per come sono stati giocati i due tempi. Con un ottimismo incrollabile, ha poi detto: “Le opportunità e il tempo (per avvicinarsi alla vetta della classifica, ndr) diminuiscono, abbiamo avuto due occasioni per ridurre le distanze e non l’abbiamo potuto fare”. Cauto, infine, sul possibile prossimo utilizzo di Gallardo, che sta decidendo se farsi operare di pubalgia nei prossimi giorni: “Non dipende da me bensì da Marcelo e dal medico. Non riuscireimettere inpericolo un giocatore obbligandolo a giocare se non se la sente”.
Hanno parlato anche Fabbiani e Buonanotte.
L’Ogro non sta giocando più bene ma se non altro è sinceramente autocritico. Vuole che tutti sappiano quanto sia lui che è anche tifoso che i suoi compagni stiano lavorando sodo, e che se le cose vanno male sono loro i primi a soffrirne. In particolare sulla contestazione, però, ha ipotizzato che ci siano molte cose dietro di essa, dando una lettura che va oltre la legittima rabbia per la crisi in cui versa il Club e dipende dall’organizzazione della protesta: “Credo che sia tutto organizzato perché è un anno politico”.
L’Enano, invece, è stato più diretto: “In settimana avevamo chiesto ai tifosi di starci vicini e sostenerci, invece abbiamo trovato quegli striscioni ed è stato molto triste”. Ma non solo: ”Giocare in uno stadio pieno di gente che ti sostiene è bellissimo, invece è terribile che dagli spalti arrivino solo insulti e si mostrino striscioni offensivi”. E poi ancora: ”Se quegli striscioni erano politici, hanno fatto male al Club e a noi, perché c’impegniamo sempre al massimo”. La conclusione è stata però equilibrata: “Dobbiamo tenerci fuori da tutto questo e pensare a vincere perché sono i brutti risultati che fanno arrabbiare la gente”.