Questa notte alle 2.30 ora italiana va in scena al Monumental la partita col San Martin de Porres. Pensandoci, fino a una settimana fa, la si immaginava come la resa dei conti e l’occasione per il trionfo capace di dare una svolta alla stagione. Purtroppo una svolta c’è già stata in Paraguay, e la passerella dei peruviani, già qualificati come secondi del girone, sarà ancora più dolorosa.
Nell’intento di tutelare il maggior numero possibile di titolari in vista della trasferta a Rosario, ma dovendo fare i conti coi molti infortunati, Gorosito dovrebbe schierare: Juan Marcelo Ojeda, Paulo Ferrari, Nicolás Sánchez, Danilo Gerlo, Rodrigo Archubi, Diego Barrado, Nicolás Domingo, Robert Flores, Rubens Sambueza, Gustavo Fernández e Gustavo Bou.
A tener banco a Núñez però è altro, perché in questo momento delicato niente passa inosservato.
Per iniziare, curioso e significativo quel che è accaduto domenica al Monumental istanti prima che Gallardo entrasse in campo. All’idea che a dover uscire fosse il giovane Mauro Diaz, che stava giocando molto bene, e non Mauro Rosales, che davanti non si stava muovendo bene, i tifosi si sono letteralmente infuriati. Secondo una versione, sentendo le proteste Gorosito avrebbe accontentato gli spalti togliendo l’attaccante al posto del centrocampista, cambiando così idea rispetto ai suoi piani iniziali; secondo quella del DT, invece, si è trattato di un grande fraintendimento, primo perché la sua idea era effettivamente quella di togliere l’attaccante e secondo, ben più importante, perché a decidere i cambi è lui.
L’ennesima partita in cui Gallardo, vero elemento destabilizzante per ogni avversario, è entrato in campo a ripresa iniziata, è stato al centro della dichiarazione dello stesso giocatore, che ha spiegato come in ragione del suo recupero fisico sia lui che Gorosito pensano “che la cosa migliore sia ottenere il meglio negli ultimi 30-35 minuti”.
Il DT, da parte sua, parlando del campionato ha spiegato di essere ottimista e di non avere alcuna intenzione di arrendersi. A detta sua, infatti “il River sta rendendo al 50% mentre le squadre più in alto in classifica all’80 o 90%. Se miglioriamo di un 30 o 40% possiamo lottare per il titolo e anche vincerlo”. Facendo riferimento alle responsabilità, ha voluto precisare circa il suo staff: “Rimarremo al River fino a dicembre, non ci dimettiamo assolutamente e a luglio proveremo a rinforzare il gruppo. Non abbiamo ammazzato nessuno quindi non devo scappar via”.
L’ultima annotazione riguarda Falcao. Il suo atteggiamento apertamente polemico all’indirizzo del lamentoso primo anello della platea Belgrano dopo il gol al Gimnasia Jujuy, domenica, è certamente l’ennesimo segnale dei nervi tesi che hanno tutti al River. Ma il colombiano è stato bravo a ridimensionare l’episodio: “Questi giocatori danno tutto sul campo e noi siamo i primi addolorati e tristi quando le cose non vanno bene… A volte uno esplode… Mi spiace che si sia creata questa situazione, non so se insultano me o gli altri però io per il Club voglio soltanto il meglio”.