Una stagione così non poteva che chiudersi nel modo più impensabile, vale a dire con una delle sconfitte più pesanti mai patite. La totale illogicità che regna a Núñez di questi tempi, condita da un’imprevedibilità inusuale nonché letale per un Club come questo, può solo far sperare che con ieri si sia chiusa non solo una stagione (appena meno peggio della più vergognosa di sempre, che oltretutto risale a pochi mesi fa) ma un vero e proprio ciclo. Una parentesi nella storia più che centenaria del River che fra qualche tempo possa essere ricordata come un’anomalia, uno scherzo del destino, e non si allarghi invece a macchia d’olio fino a trasformarsi nella nuova pelle della Banda. Com’è accaduto a tante grandi del passato scivolate anno dopo anno verso il totale anonimato, cosa che non si vede perché non dovrebbe toccare pure al River, se non ci sarà una netta inversione di tendenza.
Ieri sera allo stadio i tifosi erano accorsi numerosissimi. Per salutare la squadra ma soprattutto Marcelo Gallardo, che dopo aver annunciato che la sua avventura nel River era terminata si apprestava a calcare il prato del Monumental per l’ultima volta. Invece Cappa non l’ha fatto alzare dalla panchina pur avendo effettuato i tre cambi che aveva a disposizione. Unica spiegazione a una tale apparente mancanza di sensibilità del nuovo tecnico può essere che l’ultima sostituzione è stata forzata e ha riguardato la difesa. Questo mentre in campo si consumava l’ennesima tragedia sportiva.
Dopo un quarto d’ora il Tigre era già avanti di tre gol e all’intervallo aveva addirittura segnato tutte e cinque le sue reti. Il River non reagiva, incantato in difesa e sterile in avanti. Il nulla, insomma. Unica eccezione lo spunto di un generoso Cirigliano, il cui tiro dalla distanza in apertura di ripresa costringeva il portiere avversario a una corta respinta su cui si avventava con un tocco vincente Funes Mori. Se non altro…
Tornando a Gallardo, sia lui che i tifosi si sono dovuti accontentare della premiazione avvenuta a centrocampo e della dimostrazione di eterna gratitudine attraverso cori senza fine. Insomma, ancora una volta in questi mesi dobbiamo rifarci all’affetto della gente e alla consapevolezza di avere ancora idoli per trovare senso in questo River senza nerbo, che fra pochi mesi ritroveremo fatto chissà come.
Per i numeri della partita vi rimando a http://www.riverplate.com/Noticias/futbol-profesional/Torneos-Locales/Torneo-Clausura-2010/6114-sintesis-river-tigre-clasurua-2010.html
