Il centrocampista è già partito per la Francia, dove giocherà col Saint Etienne. Prima di lasciare l’Argentina, ha voluto ribadire che rimarrà legato al River da affetto e riconoscenza, essendovi cresciuto ed avendovi vinto un titolo, per l’esattezza l’ultimo arrivato a Núñez, vale a dire il Clausura 2008.
Pur non essendo riuscito a ricoprire il ruolo di leader, Augusto ha comunque dimostrato di aver capito perfettamente qual è il problema di questo River. “Sono stato in prima squadra per quattro anni e ho vinto un solo trofeo. Da un Club come il River,” ha spiegato, “te ne vai bene solo se lo fai da vincitore. Spero che le porte rimangano aperte”.
“Il mio cuore apparterrà sempre al River perché ci sono stato per 13 anni, e prima o poi ci tornerò. I tifosi hanno dimostrato di essere fra i più grandi d’Argentina perché quando la squadra è arrivata ultima non l’hanno mai abbandonata. A loro voglio dire arrivederci”.
Al Saint Etienne resterà in prestito per un anno, vivendo una nuova tappa della propria vita che non ha esitato a definire utile sia economicamente che professionalmente. “Ho avuto anche altre offerte, che ho rifiutato, però la carriera di un calciatore è breve e questo trasferimento l’ho accettato di comune accordo coi miei rappresentanti. Certo, questo non toglie che sia triste di lasciare il River”.
Nel momento in cui se ne va, è giusto che Augusto sappia che della sua dedizione la Banda sentirà di certo la mancanza, soprattutto perché si sta smantellando la squadra per riempirla di nuovi giocatori dalle doti tecniche non certo maggiori delle sue e logicamente privi dell’attaccamento che ha costituito la risorsa maggiore delle ultime stagioni.
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