Adesso Abreu dice che l’offerta della Real Sociedad è irrinunciabile non perché gli danno più soldi ma perché lui, a 32 anni, se riuscisse a ottenere la promozione coi baschi si vedrebbe aprire le porte della Liga spagnola, un vero paradiso calcistico oltre che una fenomenale occasione per la sua carriera, una vetrina internazionale, e nel frattempo comunque la serie cadetta spagnola gli permetterebbe anche di maturare l’esperienza necessaria a giocare meglio le qualificazioni ai prossimi Mondiali. E conclusa quest’esperienza, aggiunge, niente gl’impedirebbe di tornare per l’ennesima volta al River.
Una follia in linea col suo soprannome…
E dal River, dove pazzi non sono, è arrivata immediatamente la replica, che non entra tanto nel merito delle scelte dell’attaccante ma chiarisce la posizione che deriva dal suo inaccettabile atteggiamento. Per bocca di Israel, la Società ha chiarito innanzitutto che se l’uruguagio vuole discutere i termini del contratto, che scade solo il 30 giugno prossimo, deve prendersi il disturbo di raggiungere Mendoza, dov’è in ritiro la squadra; e glielo ha fatto sapere parlando per interposta persona, informando cioè il suo agente e cancellando oltretutto l’appuntamento che avevano fissato.
La linea ufficiale è durissima, quindi. Come si conviene.
Per il resto che dire? Voglio credere che Abreu sia in confusione totale. Aveva lasciato il River per andare in Israele in cerca di denaro (e non certo della vetrina né dell’esperienza di cui ora si riempie la bocca) e tornare scornato senza avere incassato quanto pattuito. E adesso volta le spalle all’ambiente che tanto disponibile si era dimostrato lasciandolo prima partire e poi riaccogliendolo, e dichiara placidamente che “a volte uno deve privilegiare quel che gli conviene rispetto agl’interessi del gruppo.”
Per conto mio non è necessario aggiungere altro. Forza River!



